Articolo: Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro

approfondimento di Roberto Camera

 

Estratto dal n. 40/2015 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)

Vuoi abbonarti a Diritto & Pratica del Lavoro? Solo per i lettori del sito c’è uno sconto del 10%, basta inserire questo Codice Sconto: 00718-773110 – Scarica un numero omaggio

 

Diritto_pratica_lavoro“Con il decreto legislativo n. 150/2015, in vigore dal 24 settembre 2015, vengono poste le basi per riordinare la normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive. Strumento di particolare interesse al fine di reinserire nel mercato del lavoro soggetti che per qualunque motivo sono stati espulsi o si sono, per periodi più o meno brevi, allontanati  volontariamente (vedasi donne nei primi anni di vita dei figli).
Purtroppo, in questi ultimi anni di crisi si è deciso di potenziare le politiche passive (ammortizzatori sociali) a discapito  proprio delle politiche attive (ricollocazione); queste ultime hanno avuto poche risorse per provvedere a  qualificare/riqualificare soggetti al fine della loro riallocazione nel mercato del lavoro.
Interventi per le politiche attive Il primo intervento del legislatore attiene alla definizione dei ruoli nella nuova rete dei servizi per le politiche del lavoro. In particolare, viene stabilito che il Ministero del lavoro, le Regioni e Province autonome, per le parti di rispettiva competenza, eserciteranno il ruolo di indirizzo politico in materia di politiche attive per il lavoro, mediante  l’individuazione di strategie, obiettivi e priorità che identificano la politica nazionale in materia, comprese le attività legate al collocamento dei disabili.
La nuova Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro dovrà essere lo strumento di governance per garantire la fruizione dei servizi essenziali  in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale e assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative.
Tale rete, così come richiamato dallo stesso legislatore, avrà il compito di promuovere l’effettività dei diritti al lavoro, alla formazione ed all’elevazione professionale. Si intende, inoltre, promuovere il diritto di ogni individuo ad accedere a servizi di collocamento gratuito, mediante interventi e servizi volti a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, che assicurino ai datori di lavoro il soddisfacimento dei fabbisogni di competenze e ai lavoratori il sostegno nell’inserimento o nel reinserimento al lavoro, mediante l’attività posta in essere dalle strutture pubbliche e private, accreditate o autorizzate.
A coordinare la Rete dei servizi per le politiche del lavoro, sotto il controllo dello stesso Ministero del lavoro, sarà l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal).
All’interno della rete dei servizi saranno presenti i soggetti che già operano, in una qualche misura, nelle politiche attive. Parliamo delle Agenzie per il lavoro, delle strutture regionali per le politiche attive del lavoro, dell’Inps, dell’Inail, dei fondi interprofessionali per la formazione continua, dei fondi bilaterali, dell’Isfol e del sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, le università e gli istituti di scuola secondaria di secondo grado.
Un prossimo decreto del Ministero del lavoro stabilirà, previa intesa con la Conferenza Stato/Regioni, gli indirizzi generali in materia di politiche attive del lavoro che dovranno soggiacere:

• alle linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali dell’azione in materia di politiche attive, con particolare riguardo alla riduzione della durata media della disoccupazione, ai tempi di servizio, alla quota di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro;

• alla specificazione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere erogate su tutto il territorio nazionale.
Inoltre, il medesimo decreto dovrà stabilire i tempi entro i quali dovranno essere convocate le diverse categorie di utenti, ivi compresi i disoccupati che non siano beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito collegate allo stato di disoccupazione, nonché i tempi e le modalità di definizione del relativo percorso di inserimento o di reinserimento lavorativo, prevedendo opportuni margini di adeguamento da parte delle Regioni…..continua la lettura

Roberto Camera

Autore: Roberto Camera

Funzionario dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro e relatore in corsi di formazione e aggiornamento professionale in materia di gestione del personale - curatore del sito www.dottrinalavoro.it - @CameraRoberto

Condividi questo articolo su